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Giornata Aperta@zam!

Ogni mese nel tuo centro sociale di fiducia_Giornata Aperta!
Domenica 24.02.2019 dalle 15!
Il programma:

-Mercato contadino
-Laboratori aperti
-Serigrafia 5 euro -> Porta la tua maglietta
-Spazi di indecisione dalle h.17
prenotazione obbligatoria a intotheaquarius@gmail.com
-Ciclomeccanica h.18

Vi aspettiamo numerosi/e!
info:
fb_collettivo zam

location:
zam_via sant abbondio 4 Milano

mezzi pubblici:
MM2 Abbiategrasso tram 3-15

Calendario di Febbraio 2019@zam

Ecco il calendario delle attività di febbraio!
8 febbraio_Corso di Scrittura creativa ore 20 @zam
9 febbraio_ OccupyPiazze_non una di meno in piazza!_verso l’8 Marzo ore 15 @piazza Miani
10 febbraio_ Assemblea DeGenerAzione h.14 @zam
ore  21 proiezione del documentario Aborto, le nuove crociate @zam

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ANTICAPITALISMO ED ECOLOGISMO IN WEST BANK

Lo scorso mese, alcuni compagni sono stati in Palestina per proseguire un progetto nato qui a ZAM un anno fa (https://www.facebook.com/westclimbingbank/). Hanno incontrato un agricoltore speciale. Fayez, a pochi metri dal muro israeliano, ha fondato una azienda agricola all’avanguardia (حكورتنا Hakoritna) : permacultura, energia solare, biogas, acqua ponica gli permettono di rendersi indipendente dai fornitori israeliani, e sviluppare un’economia circolare e autosufficiente, al di fuori dal sistema capitalista. “La terra, l’acqua, il sole non sono proprietà di nessuno. Io sono libero di coltivare la mia terra, e la permacoltura mi permette di evitare l’utilizzo di fertilizzanti: così non devo comprarne dalle aziende chimiche israeliane. E poi riutilizzo l’acqua che evapora nelle serre: così non ho bisogno di comprare l’acqua dagli israeliani, che la prendono dai territori palestinesi occupati. E non ho nemmeno bisogno di energia elettrica: il sole ed il biogas mi permettono di cucinare e illuminare la casa”.
Fayez è famoso in tutto il mondo per i suoi metodi di resistenza non violenta, tra cui ci teniamo a pubblicizzare il progetto di piantumazione di 1 milione di ulivi (lo stesso numero di ulivi abbattuti dagli israeliani dal 2000 nelle zone dove è stato costruito il muro). E’ un progetto (https://tinyurl.com/y9lmujry) che ha deciso di portare avanti personalmente, insieme all’Arab Agronomist Assocaition – AAA ed all’ Arab Center for Agricultural Development – ACAD, nato nel 2000 dopo la seconda Intifada.
Gli ulivi abbattuti sono solo uno dei modi in cui si manifesta l’occupazione israeliana: i coloni sionisti, aiutati dai soldati, occupano ogni giorno le terre dei palestinesi per costruire avamposti militari, villaggi-fortino dotati di tutti i comfort, o per assicurarsi l’accesso alle risorse idriche del paese. I palestinesi vengono cacciati con la forza, o costretti ad andare via: il taglio dei loro ulivi, che coltivano da decine di anni, li lascia senza possibilità di vivere, costretti a traferirsi in qualche campo profughi sovrappopolato e senza nessun servizio. E, non appena le terre vengono lasciate incolte, i coloni se ne impossessano: è quello che è successo a Fayez che ha deciso di tornare a coltivare la sua terra per resistere ai ricatti israeliani.
Yalla yalla!
http://www.westclimbingbank.com/the-fight-here-is-about…/

L’ECONOMIA DELLA FELICITA’ – dalla globalizzazione alla localizzazione

Il modello economico attuale è obsoleto, si basa sull’aumento della produzione e delle esportazioni, con lo scopo di generare prosperità. Ma la formula non ha funzionato: ha creato enormi debiti pubblici, taglio ai servizi e aumento degli investimenti nel settore dei trasporti e difesa.La globalizzaizone dell’economia ha generato molti problemi: aumenta la distanza tra il consumatore ed il produttore, si riducono i rapporti umani, diventa più semplice comprare prodotti importati ma si perde la percezione del processo produttivo che vi è dietro. Aumentando le distanze tra i soggetti economici, in definitiva, si rende impossibile qualsiasi tipo di etica ed empatia.E non è solo una questione sociale, ma anche ambientale: è sempre più difficile percepire gli impatti delle nostre azioni, fino al punto che dimentichiamo che “non esistono pasti gratis”.Helena Norberg-Hodge (ecologista e linguista attiva da decine di anni nello studio degli effetti della globalizzazione) spiega come un’economia locale, fondata sulla diversificazione della produzione (anzichè sull’omologazione dei prodotti), riduce l’impatto sull’ambiente, sulla biodiversità, riduce gli sprechi e contribuisce ad un miglioramento dei rapporti sociali, con risvolti etici ed anche maggiori guadagni economici. E, a differenza di come si potrebbe pensare, la nascita di economie locali non è una sorta di “isolazionismo”: al contrario, è una sfida che necessita della cooperazione dell’intero pianeta.
https://www.youtube.com/watch?v=4r06_F2FIKM&feature=youtu.be