Azione sotto la regione: comincia il festival curaMI
“Cacciamoli!”
Il flash mob delle Brigate volontarie per l’emergenza punta il dito contro il governo della Regione Lombardia e apre CURAmi, il Festival delle comunità e del mutuo aiuto.
#brigatevolontarieperlemergenza
Milano, venerdì 18 settembre 2020.
Si è aperta con un flash mob davanti alla Regione Lombardia la tre giorni di dibattiti, confronti e socialità organizzata dalle Brigate volontarie per l’emergenza.
“CURAmi – Festival delle comunità e del mutuo aiuto” è il titolo dell’iniziativa dei centri sociali che nei mesi scorsi si sono organizzati per rispondere alla crisi pandemica a partire da un’idea concreta di “cura, solidarietà e comunità”.
Queste infatti sono le parole chiave dei dibattiti che si svolgeranno dal 18 al 20 settembre presso il giardino comunitario Lea Garofalo di Viale Montello 3, Piazzale Baiamonti.
Qui il programma http://www.zam-milano.it/curami-festival-delle-comunita-e-del-mutuo-aiuto/.
Con il flash mob, le Brigate hanno puntato il dito contro la cattiva gestione dell’emergenza e gli effetti devastanti delle scelte politiche in ambito sanitario degli ultimi 25 anni, oltre a chiedere giustizia per le oltre 16mila persone decedute, per i loro familiari abbandonati dalle istituzioni ormai da 6 mesi, per i lavoratori e le lavoratrici della sanità, glorificati durante il lockdown ma nuovamente abbandonati dopo la fine della fase più acuta dell’emergenza, per le dichiarazioni di de responsabilità e di giustificazione da parte di Fontana e Gallera.
Da oggi fino a domenica, il Festival è un’occasione non solo di formazione, ma anche di presa di parola sul “modello Milano” e di proposte alternative, a partire dall’analisi delle disuguaglianze che la crisi pandemica ha acuito. Si parlerà quindi di salute pubblica e sanità ma anche di mutualismo, di diritto alla città e di autodifesa civile.
Di seguito il testo dell’intervento che ha accompagnato l’azione:
La pandemia ha fatto crollare definitivamente il castello di carte dell’eccellenza sanitaria lombarda.
Gli oltre 16 mila decessi nella sola Lombardia dimostrano chiaramente la criminale e inadeguata gestione dell’emergenza e gli effetti devastanti delle scelte politiche in ambito sanitario degli ultimi 30 anni da parte di CL e Lega.
Queste scelte hanno portato a continui tagli nella sanità pubblica a favore degli ospedali privati, all’aziendalizzazione delle strutture ospedaliere, allo smantellamento della sanità territoriale, all’annullamento del ruolo dei medici di base, all’erogazione di servizi da parte di aziende private e pubbliche in concorrenza tra loro, alla continua sovvenzione dei privati con i soldi pubblici, al taglio di forniture ospedaliere necessarie che ha provocato l’abbandono in prima linea degli operatori e delle operatrici sanitarie senza adeguati dispositivi di protezione. Mentre la medicina specialistica si moltiplica, concentrandosi sulle prestazioni più remunerative, la medicina territoriale viene sempre più trascurata e durante lo scoppio dell’emergenza covid 19 tutte queste criticità sono esplose sulla pelle delle persone.In lombardia hanno lasciato sulle spalle degli ospedali pubblici il peso dell’emergenza, portando al collasso i reparti di terapia intensiva già dimezzati negli scorsi anni.
Come ha sottolineato la Federazione Regionale degli Ordini dei medici della Lombardia nella famosa lettera del 6 aprile rivolta a Gallera e Fontana a cui loro hanno risposto dicendo che non era il momento delle polemiche: c’è stata una totale assenza delle attività di igiene pubblica, elemento fondamentale per la tutela e la profilassi delle malattie infettive durante una pandemia.
Il presidente dell’ordine dei medici di Bergamo ha addirittura dichiarato che tutto quello che si poteva sbagliare è stato sbagliato.
Gli errori di chi governa questa regione sono innumerevoli e irreversibili.
Siamo qui oggi perchè vogliamo giustizia e perchè vogliamo cacciarli!
Vogliamo Giustizia per oltre 16mila persone decedute e per i loro familiari abbandonati dalle istituzioni ormai da 6 mesi.
Vogliamo giustizia per i lavoratori e le lavoratrici della sanità, glorificati durante il lockdown ma nuovamente abbandonati dopo la fine della fase più acuta dell’emergenza.
Vogliamo giustizia perchè ogni dichiarazione di de responsabilità e di giustificazione da parte di Fontana e Gallera sono indegne. Dichiarare di dormire sogni tranquilli mentre le persone morivano a centinaia ogni giorno e chiederci di ringraziare gli ospedali privati per aver ospitato pazienti ordinari sono parole indegne.
Vogliamo giustizia perchè chi sbaglia deve pagare.