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LA GDO GUADAGNA CON LA CRISI E A NOI SOLO L’ELEMOSINA: ORA BASTA!

Siamo la brigata di solidarietà popolare Milano Sud, siamo studentesse, operaie, artigiani, impiegate,disoccupati, padri e madri.
Siamo persone che si sono unite, dal basso, per sostenersi vicendevolmente durante la pandemia.
Lo facciamo auto-organizzandoci, perché non vi è sostegno da parte delle istituzioni, solo elemosina e distrazioni, sopratutto per chi vive ai margini della società, soprattutto per i più poveri anche nella nostra periferia. Abbiamo fame e l’opzione di morire affamati a causa della ennesima crisi capitalista, dell’ennesima emergenza sbandierata e non gestita, non è contemplata.
Ci prendiamo cura l’un* dell’altr* spendendo l’unica cosa che ci rimane: il nostro tempo. Recuperiamo il cibo invenduto delle panetterie e degli alimentari di zona, facciamo colletta nei condomini e nei supermercati come questo. E’ così che, da mesi, assieme ad altri partner che supportano (su scala cittadina) i progetti di mutualismo nati durante la pandemia, riusciamo ad aiutare diverse centinaia di nuclei familiari in zona 5.
Ma non è abbastanza.
Ieri ci siamo presentat* in uno dei grossi supermercati di zona, chiedendo semplicemente che si rispetti la dignità di ogni essere umano. Abbiamo chiesto cibo garantito e gratuito per chi non può permetterselo. Abbiamo chiesto che la ricchezza accumulata negli ultimi mesi dalla GDO venga redistribuita sul territorio e sia a disposizione del quartiere da cui guadagnano. E abbiamo ottenuto un incontro con il direttore del supermercato.
I grandi supermercati non hanno mai chiuso durante i lockdown, hanno aumentato le vendite grazie alla paura che ha indotto le persone ad acquistare di più ed agli shop online, e grazie allo sfruttamento dei propri lavoratori e lavoratrici con forme contrattuali schiaviste e salari da fame.
Eppure, quando negli scorsi mesi abbiamo chiesto a supermercati come questo di contribuire alla nostra colletta alimentare, ci hanno risposto che potevamo lasciare un carello oltre le casse, i clienti avrebbero contribuito pagando di tasca propria i prodotti da donare.
Le persone avrebbero contribuito, non i supermercati. Loro ci garantivano solo e solamente il permesso di farlo.
Di nuovo ed ancora, la solidarietà viene lasciata sulle spalle dei singoli, di chi già paga le tasse (che dovrebbero servire per garantire il benessere di tutt*), ha lavori precari e fatica ogni giorno per la sua di vita.
Ci hanno detto che la pandemia ha cancellato le differenze.
Ci hanno detto che siamo tutti e tutte sulla stessa barca, il virus ci rende uguali nella sofferenza e nel disagio.
Noi siamo qui oggi a ribadire questo concetto: se siamo tutti e tutte sulla stessa barca, ora voi dovete aiutarci a non affogare, non potete lasciarci con le pance vuote mentre gli scaffali sono pieni di prodotti.
Non ci accontentiamo delle briciole. Siamo esseri umani con una dignità e a cui voi doveterispetto. Siamo i dipendenti sottopagati che lavano il vostro negozio, stanno alle casse e sistemano gli scaffali. Il vostro guadagno dipende da noi. In Italia sembra proibito parlare di tassazione sulla ricchezza, sul patrimonio. La nostra classe dirigente vive nel terrore di disturbare i redditi più alti, è schiava degli interessi di grandi aziende e imprenditori.
La sudditanza ai ricchi e le ricche che esiste in questo paese deve finire: iniziamo noi a non avere più paura di ribaltare la situazione.
Siamo qui a pretendere giustizia per noi e per tutte le persone che sono nella nostra stessa condizione.
Il nostro messaggio per la dirigenza di questo supermercato è semplice:i supermercati come questo devono contribuire direttamente evolontariamente alla solidarietà verso le persone che abitano i quartieri dove si trovano. Avete costruito i vostri guadagni sui bisogni di questo quartiere. Adesso è il quartiere che soddisferà i suoi bisogni con il vostro guadagno.
Se il vostro patrimonio è così grande da permettervi una vita serena, se guadagnate ogni mese più di quello precedente, è vostro preciso dovere sociale condividere la vostra ricchezza con chi non ha i mezzi per sopravvivere.
Non con qualche pacchetto di biscotti in scadenza, con la verdure che buttereste, con il permesso di fare l’elemosina, vogliamo che doniate direttamente i vostri prodotti a chi ne ha bisogno.
Questo è solo il primo passaggio di tanti che ne seguiranno, non abbiamo intenzione di fermarci perché abbiamo capito che aspettare che qualcuno intervenga a difenderci è perfettamente inutile.
Le istituzioni nazionali, regionali e comunali hanno posto come unica condizione legata alla riapertura del nostro paese le richieste dei poteri economici.
Il potere istituzionale tutela chi ha già potere, toccano a noidifendere la nostra vita, la nostra dignità, prenderci cura l’un* dell’altr*.
Speriamo che ovunque in questa città si moltiplichino iniziative di questo genere, ovunque ci siano poveri e povere le persone si organizzino per pretendere il rispetto che gli è dovuto. Presentiamoci nei supermercati e chiediamo di ricevere cibo,gratuitamente, direttamente.
Siamo la brigata di solidarietà popolare Milano sud.
Costruiamo comunità resistenti
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GTA – Gratosoglio Autogestita