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L’ECONOMIA DELLA FELICITA’ – dalla globalizzazione alla localizzazione

Il modello economico attuale è obsoleto, si basa sull’aumento della produzione e delle esportazioni, con lo scopo di generare prosperità. Ma la formula non ha funzionato: ha creato enormi debiti pubblici, taglio ai servizi e aumento degli investimenti nel settore dei trasporti e difesa.La globalizzaizone dell’economia ha generato molti problemi: aumenta la distanza tra il consumatore ed il produttore, si riducono i rapporti umani, diventa più semplice comprare prodotti importati ma si perde la percezione del processo produttivo che vi è dietro. Aumentando le distanze tra i soggetti economici, in definitiva, si rende impossibile qualsiasi tipo di etica ed empatia.E non è solo una questione sociale, ma anche ambientale: è sempre più difficile percepire gli impatti delle nostre azioni, fino al punto che dimentichiamo che “non esistono pasti gratis”.Helena Norberg-Hodge (ecologista e linguista attiva da decine di anni nello studio degli effetti della globalizzazione) spiega come un’economia locale, fondata sulla diversificazione della produzione (anzichè sull’omologazione dei prodotti), riduce l’impatto sull’ambiente, sulla biodiversità, riduce gli sprechi e contribuisce ad un miglioramento dei rapporti sociali, con risvolti etici ed anche maggiori guadagni economici. E, a differenza di come si potrebbe pensare, la nascita di economie locali non è una sorta di “isolazionismo”: al contrario, è una sfida che necessita della cooperazione dell’intero pianeta.
https://www.youtube.com/watch?v=4r06_F2FIKM&feature=youtu.be

4 – the four laws of ecology: NATURE KNOWS BEST

La cementificazione dei letti dei fiumi e la conseguente distruzione degli ecosistemi fluviali riduce drasticamente la capacità di un corso d’acqua di diminuire la velocità e la forza devastatrice dell’acqua in caso di precipitazioni al di sopra della norma. In Italia i fiumi sono stati in gran parte trasformati in canali di cemento e, soprattutto in città, l’esondazione di fiumi e torrenti è molto frequente, provoca ingenti danni economici, e spesso anche morti e feriti.”La migliore cura dei fiumi è toccarli il meno possibile, evitando qualsiasi azione di degrado antropico che possa ridurre le capacità di resilienza. Lasciare intatti i boschi ripariali e la vegetazione fluviale che è importantissima come fascia tampone per evitare erosione degli alvei. Preservare i valori paesaggistici dell’ambiente fluviali e delle comunità vegetali e animali presenti. L’ecosistema fluviale va conosciuto e va studiato nei suoi molteplici aspetti con l’ausilio di esperti e professionisti dell’idrobiologia.”http://www.conalpa.it/lidrobiologa-di-felice…/…

3 – the four laws of ecology: EVERYTHING MUST GO SOMEWHERE

Da gennaio 2018 la Cina ha smesso di importare residui riciclabili da Europa e Stati uniti: plastica, carta e metalli che venivano riutilizzati per creare gli imballaggi dei prodotti cinesi. Dove vanno a finire ora tutti questi rifiuti? Nel nord Italia alimentano i pochi inceneritori esistenti, che hanno aumentato la loro attività (attraverso cui viene prodotta energia elettrica e vengono fatti funzionare i riscaldamenti di molte città tra cui Milano, Venezia, Torino, Parma, Brescia e tante altre). Nonostante l’aumento di attività, però, gli inceneritori della Pianura padana non sono in grado di smaltire tutti i rifiuti presenti.In questo modo si creano le condizioni ideali per uno smaltimento irregolare e maggiormente dannoso per ambiente e salute: “Il metodo ipotizzato è piuttosto lineare. Anziché pagare un inceneritore o un’altra azienda che si offra di smaltire materiali difficilmente riciclabili oppure residui di riciclo, l’imprenditore preferisce pagare qualcuno che stipi i rifiuti in uno dei tanti capannoni vuoti del nord Italia”. Di tanto in tanto qualcuno di questi capannoni prende fuoco: in Italia si parla di 112 incendi di aree e discariche abusive a partire da gennaio 2017, su un totale 350 incendi che hanno bruciato (oltre alle aree e alle discariche abusive) impianti di rifiuti, discariche, compattatori, inceneritori e impianti di compostaggio (https://www.google.com/maps/d/u/0/viewer…), la metà dei quali nella sola Pianura Padana. Sul totale delle indagini fatte, però, solo il 13% avvia un procedimento penale (http://verdi.it/…/2018/03/DOSSIER_RIFIUTI_verdi2.pdf) e conseguentemente all’identificazione dei responsabili.

Zona Autonoma Milano_8 anni.

Sono passati otto anni dal quel giorno in cui aprimmo i cancelli di via Olgiati

In questi anni abbiamo cercato di cambiare l’esistente, di sovvertire lo spazio neo liberista e capitalista che questa società vuole imporci.

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2 – The four laws of ecology: THERE AIN’T NO SUCH THING AS A FREE LUNCH

…ovvero “non esistono pasti gratis”, il che detto in termini meno metaforici vuol dire che non si può ottenere qualcosa senza dare nulla in cambio. Lo sfruttamento di risorse “trovate” o “scoperte” in natura, si tratti di giacimenti, foreste o fonti d’acqua porterà necessariamente a dei costi: questo può voler dire la conversione di risorse da utili a inutilizzabili, la produzione di scarti e rifiuti di vario genere.
Non sempre e non necessariamente il costo ricade su chi “mangia”: è il caso, evidentemente, di chi inquina, che fa pagare il prezzo del suo pasto a tutti gli abitanti del suo territorio.
Questo articolo spiega come (con buona pace di Libero, che a novembre scorso intitolava brillantemente “Se c’è smog si vive di più”) in Italia muoiano ogni anno prematuramente per inquinamento dell’aria 87.000 persone, a cui si aggiunge un raddoppio negli ultimi 25 anni dell’incidenza delle malattie respiratorie.
https://aspoitalia.wordpress.com/2017/02/05/piu-morti-che-in-guerra/?fbclid=IwAR3m_HlChOISW-cUP8pGiLqJa-sbLnI1qZvgXVRpE72FCEzlCIu4KgRPuso;%20https://aspoitalia.wordpress.com/2016/01/04/inquinamento-tutti-i-banditi-e-i-mandanti/?fbclid=IwAR2h44y-1JWPUtHqQmLvLy8Ci2bK3ll4910IFxenFdbmULWTYEDt6EOAiAs